La magia delle LUCCIOLE... (%)


E, con l'Estate, arrivano anche loro, le Lucciole!

Uno spettacolo notturno che, all'interno del Parco, è riservato purtroppo solo ai Custodi ma che, con un po' di fortuna, potrebbe capitare anche a voi di ammirare, se state ancora correndo verso il calar della sera, sul finire dell'orario di apertura, quando gli ampi prati, ancora ben illuminati dalla luce del giorno, si chiudono verso il sottobosco che comincia invece a cedere il passo al buio della notte, lasciandone risaltare la luce brillante.
Uno spettacolo assolutamente fatato!



Di fatto, la Lucciola è un Coleottero appartenente alla famiglia dei Lampiridi, che deriva il suo nome proprio dalla loro capacità di "lampeggiare" e che conta ben 2000 specie diffuse in tutto il mondo, di cui 2 presenti in Italia: la Lucciola Lusitanica e la Lucciola Italica, appunto.


Maschio e femmina sono molto diversi fra loro.

Lucciola maschio

Il maschio tende a volare a circa 1 metro da terra, mentre la femmina resta al suolo, nascosta nell'erba.
Entrambi comunque emettono una luce dall'estremità inferiore dell'addome, un segnale riproduttivo generato attraverso una reazione chimica interna. Si tratta, in effetti, di un fenomeno di bioluminescenza dovuto alla reazione della Luciferina (un particolare enzima) con l'Ossigeno, avente un rendimento peraltro superiore a quello di qualsiasi lampadina esistente.

Lucciola femmina

I partner che riescono a incontrarsi, daranno vita a nuove piccole Lucciole attraverso la produzione di uova, dalla cui schiusa si genereranno larve, con caratteristiche però molto differenti da quelle dell'adulto.


Infatti, mentre la Lucciola adulta si nutre fondamentalmente di nettare e polline, la larva è invece un predatore che si ciba prevalentemente di Lumache e Vermi, che cattura iniettando loro una sostanza paralizzante.

Tutte queste caratteristiche sono purtroppo anche la causa della riduzione delle lucciole, la cui popolazione è oggi in forte calo a causa dell'inquinamento e dell'uso di concimi chimici e lumachicidi che distruggono il loro nutrimento, nonché dell'inquinamento luminoso che le disorienta impedendone la riproduzione.


Nella cultura orientale le Lucciole sono associate al mondo onirico e, secondo alcune leggende giapponesi, rappresenterebbero le anime dei Condottieri caduti in battaglia.

Nel mondo esoterico sono associate all'elemento del Fuoco e rappresentano lo Spirito.

I Romani le ricollegavano alla dea Diana, denominata anche Lucifera, da cui il nome della sostanza che genera la loro bioluminescenza.

In epoca vittoriana, ancora, una lucciola in casa era presagio di morte, ma riceverle in sogno era, al contrario, segno di buone notizie.


Innumerevoli sono le leggende riguardanti la Lucciola.

Secondo una di queste, all'esclamazione notturna di un contadino che affermava esserci un tesoro nel suo campo, le Lucciole si sarebbero avventurate alla sua ricerca armate di lumini e sarebbero rimaste lì a vagare all'infinito, senza comprendere che la ricchezza a cui si riferiva il contadino era il grano.

Un'altro racconto narra di una Libellula in difficoltà e di una Lucciola, corsa in suo aiuto in una notte annuvolata, che trovandosi minacciate nell'oscurità da una grossa rana furono salvate dal vento che liberò il cielo dalle nuvole, scoprendo la Luna che tornò a rassicurarle con la sua luce e che volle donare anche un po' della sua luminosità alla Lucciola.

Secondo un'altra leggenda, infine, due sorelle sarte che avevano esaurito le candele, trovandosi impossibilitate a completare al buio l'abito nuziale per la figlia del contadino che doveva sposarsi l'indomani, furono aiutate dalla luce delle Lucciole che avevano nutrito con miele e fiori, le quali donarono all'abito una brillantezza senza eguali.


Persino Giovanni Pascoli, nei suoi Nuovi Poemetti, si riferisce al "lucciolìo dell'odorosa estate”, alludendo al ricordo di una infanzia fatta di sogni e profumi.

Ma l'opera più alta ispirata alle Lucciole è probabilmente il film di animazione giapponese intitolato "La tomba delle lucciole", basato su una storia di guerra tanto delicata quanto cruda e destinato a segnare profondamente l'animo dello spettatore.



Un insetto così presente nelle nostre vite e nel nostro immaginario, da essere stato persino utilizzato per ingentilire il nome della "professione più antica del mondo".

Sembra che Caravaggio sia ricorso proprio ad un impasto di polvere di Lucciole per rendere più luminosi i colori di alcuni suoi dipinti, impasto che in quegli anni veniva utilizzato anche dagli attori di Teatro, che lo spalmavano sul volto per ottenere effetti sorprendenti.


Ma la Lucciola è ancora oggi oggetto di tanti racconti moderni e di fiabe per l'infanzia, come La lucciola spentaUna lucciola per lanterna o ancora La lucciola Lumière.



E, allora, tutti a correre come i Cowboy verso il tramonto e ...occhio al sottobosco! 😉


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