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Visualizzazione dei post con l'etichetta REGGIA CASERTA PARCO

Fontanina del Pastore Antico (#)

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Si trova nel Giardino Inglese e si tratta davvero di una minuscola Fontana, appena un accenno di stagno ben lontano dai fasti della Via d'Acqua che attraversa il Parco all'italiana. Posta subito ai margini del bosco che scende dal monte, è in termini di quota la seconda del Giardino Inglese dopo la fontanella dell'Aperia, piacevolmente ombreggiata ed affacciata all'altro boschetto che cela al suo interno il Criptoportico, con una magnifica visuale sul grande prato che scende a valle fino al Lago del Tempio. In effetti, questa piccola Fontana è anche un po' un "luccichino", un piccolo segnale che invita alla scoperta, che incuriosisce e che, con il suo piccolo ruscelletto, trascina il visitatore all'interno del boschetto sottostante, guidandolo fino al suo scroscio nell'inatteso Bagno di Venere, giusto accanto alla Dea, con una vista mozzafiato sull'intero Criptoportico. dal Pastore a Venere... Eppure, tutto questo non riesce a

CASTELLUCCIA ...prima della Reggia (€)

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Pur avendo assistito con la Reggia a tanti momenti storici importanti (fra cui la  resa delle Forze Tedesche nella 2^ Guerra Mondiale), la storia della Castelluccia ha radici ben più lontane. Ricordo ancora quella volta che sentii la cocchiera raccontare ai turisti in carrozza " Cchesta è cchiù vecchia 'ra Reggia ...cchesta ggiá steva ccà! ". Non so se indovinó per errore, ma di fatto è proprio così. La Castelluccia è stata realizzata per lo svago del piccolo Ferdinando IV da Francesco Collecini (intendente di Luigi Vanvitelli nella direzione dei cantieri reali e, successivamente, Architetto Regio quando i lavori della Reggia passarono a Carlo Vanvitelli) sui resti a pianta ottagonale di quella che era già nota come " Torre della Pernesta ", eretta nel '500 da Andrea Matteo Acquaviva IV. 2° Principe di Caserta, Marchese di Bellante e Signore di svariate terre del regno, Andrea Matteo aveva avuto un primo matrimonio con Isabella C

PARTERRE CENTRALE (#)

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Per questa zona del Parco, semplicemente individuata come Partèrre (dal Francese, letteralmente "per terra"), Vanvitelli aveva immaginato qualcosa di molto diverso e, anche se le sue idee sulla sistemazione di quest'area furono in continua evoluzione durante la realizzazione della Reggia rispetto ai primi disegni della Dichiarazione Ufficiale (sia per aggirare le varie problematiche e sfruttare al meglio le varie possibilità che si venivano delineando nell'avanzamento dei cantieri, sia per incontrare i gusti dei sovrani che maturavano col susseguirsi dei sopralluoghi), il pensiero base di Vanvitelli fù sempre quello di realizzare un raffinato giardino in stile europeo, ricco di aiuole e fontane che continuassero a mantenere l'Acqua come elemento centrale del Parco. E' interessante a tal proposito vedere la pianta di un giardino riportata ne La Theorie et la Pratique du jardinage di Antoine-Joseph Dézallier d'Argenville del 1739, a cui molto prob

TORRIONE e SCALINATA (#)

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Per seguire controcorrente il flusso delle "rapide" che alimentano la grande Cascata di Diana  fino alla "sorgente" posta sul Monte di Briano (dove l'acqua arriva in realtà dalle remote Sorgenti del Fizzo alle pendici del Taburno, dopo un attraversamento di quasi 40 km all'interno dell' Acquedotto Carolino ), Vanvitelli decise di realizzare, sui versanti orientale e occidentale della Cascata, 2 grandi Scalinate (oggi purtroppo quasi sempre interdette) che, con andamento a zig-zag, ne raggiungono la sommità formando ciascuna 3 grandi anse. All'inizio delle Scalinate, un piccolo rigagnolo viene spillato dal flusso delle rapide e fatto correre ai loro margini per consentire al visitatore di toccare il prezioso liquido, per poi reimmetterlo nella Vasca di Diana con scrosci laterali alla Cascata principale. Da qui le Scalinate si inerpicano per circa 80 metri di quota, allontanandosi dal flusso dell'acqua e ricongiungendosi a questo contin

FONTANA MARGHERITA (#)

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Per quanto modesta, è lei che dà "inizio alle danze", aprendo la lunga sequenza di Fontane che sale verso la grande Cascata del Parco. Si tratta di una vasca bassa circolare con un piccolo zampillo centrale ed una caratteristica decorazione che richiama l'intreccio di un cesto, da cui anche il nome di Fontana del Canestro  (in effetti, in origine, questo canestro in muratura ospitava composizioni floreali e fù poi trasformato in fontana nel 1871).  Un'area semplice ma ben nota ai Runner, che la identificano come la prima "impennata" di pendenza nell'arrampicata verso la cascata! 😊 A dispetto della sua semplicità, tuttavia, deliziose aiuole fiorite poste al suo contorno, ricche di rose e profumi, conferiscono a questa amena piazzetta una particolare bellezza.   Al suo estremo Sud, quasi a chiudere la "via di Terra" centrale del grande Parterre e a segnare l'inizio della lunga "via d'Acqua", una piccola Meridi

GALOPPATOIO (€)

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Si trova ai margini del Bosco Vecchio , adiacente al grande Parterre . Se volete dedicarvi ad un po' di attività di potenziamento , questo è uno dei viali preferiti dai RUNNERs della Reggia per le sessioni di interval-training o per le prove di scatto . E, in effetti, è anche uno dei miei preferiti, ma più per l'atmosfera favolosa che emana grazie alla presenza dei suoi magnifici Tigli , capaci di stupire con gli affascinanti incroci dei loro rami spogli in Autunno e Inverno e con la stupenda luminosità delle loro foglie in Primavera e Estate. Ottimo comunque sempre per un passaggio in corsa o semplicemente una sana passeggiata, lontano dalla confusione! 😊   SCOPRI altro RUNNING !  

PONTI DELLA VALLE (#)

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I Ponti Della Valle, almeno dal punto di vista visivo, sono certo l'opera di maggior pregio dell'Acquedotto Carolino. Un'opera maestosa voluta proprio allo scopo di celebrare l'Acquedotto stesso, per lo più nascosto nel sottosuolo ma sotto i costanti riflettori dell'Europa intera per tutti i suoi 16 anni di realizzazione. Il superamento della Valle di Maddaloni, dal Monte di Longano a quello di Garzano, si presentava dunque come un'occasione imperdibile per realizzare qualcosa di magnificente. E appunto magnificente fù ciò che Vanvitelli realizzò: un ponte di tufo (internamente una miscela di tufo e "sasso vivo" per conferirgli maggior resistenza) in perfetto stile Romano, con tre ordini di archi sovrapposti, per una lunghezza di 526 metri ed un altezza di circa 56 metri, ma solo " in piccolo tratto però " (quello centrale), come avrà a specificare lo stesso Architetto. " [L'acqua] averà da passare una valle vicino Mat

La Casa del GIARDINIERE (@)

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Si trova, immersa nel Giardino Inglese , una elegante palazzina in stile inglese, affacciata su di un delizioso cortile ricco di aiuole e piante, con una ampia fontana ovale ed una piccola grotta per il divertimento dei più piccini. Si tratta della casa realizzata da Carlo Vanvitelli  (figlio di Luigi) per il Giardiniere Reale John Andrew Graefer , la cui dimensione ed eleganza rendono una chiara idea dell'importanza del ruolo assegnato a questa figura. Anzitutto, bisogna ricordare che l'intero Parco, al tempo dei Reali, era assolutamente curatissimo per il soggiorno dei Sovrani e dei loro ospiti e che gli strumenti a disposizione a quell'epoca non erano certo quelli di oggi. Quindi la responsabilità di un tale incarico comportava il controllo di un piccolo "esercito" di manovali costantemente attivi per la manutenzione del verde. Ma, ancor più, bisogna considerare che il Giardino Inglese era molto più che un semplice "giardino". Parliamo i

GIOCHI D’ACQUA (@)

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Getti e zampilli rappresentano una parte fondamentale dei giochi d’acqua ideati da Vanvitellli per il suo Parco. Un elemento tutt'altro che comune nel passato. La loro realizzazione richiedeva, infatti, la disponibilità di sorgenti in pressione o di fonti vicine a maggior quota, oppure sistemi artificiali come serbatoi elevati (da riempire) o pompe azionate da mulini a vento o ad acqua. Qualche sistema di piccole dimensioni sfruttava anche il riscaldamento solare. Ma questi sistemi non erano generalmente in grado di garantire portate e pressioni elevate, e magari neppure la continuità del flusso. I getti di Versailles, ad esempio, erano ottenuti da pompe azionate da mulini ad acqua che potevano alimentare, però, una sola fontana per volta, cosicché, di norma, queste risultavano inattive. Vanvitelli ha invece voluto dotare tutta la sua Reggia di giochi d’acqua ininterrotti e poderosi. A tale scopo, ha dedicato 16 anni di lavoro alla realizzazione di un Acquedotto

PAGLIARA - Peschiera Grande (@)

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Immersa nella quiete della Peschiera Grande , la "Pagliara" è il nome con cui viene indicato il suo isolotto centrale, oggi non più frequentato ma originariamente  allestito  con un padiglione  attrezzato come un fortino con  frecce,  fucili, mortai e  piccoli cannoncini  (veri!)  per le  esercitazioni navali che qui si svolgevano. Il Re in persona conduceva l'assalto alla Pagliara con  la sua piccola "flotta" , per la cui manutenzione furono trasferiti appositamente  da Lipari marinai specializzati, i  " Liparoti ", alloggiati in un apposito quartiere nei pressi della Peschiera, oggi noto come Cappella degli Schiavi . Successivamente la Pagliara fu trasformata in un gradevole luogo di intrattenimento e riposo per i Sovrani e i loro ospiti e oggi le battaglie navali hanno lasciato il posto ad avvincenti regate e competizioni velistiche per modellismo. Un luogo che scatena la fantasia di tutti i Runner in allenamento intorno

PESCHIERA GRANDE (#)

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Voluta da FERDINANDO IV per svago, pesca ed esercitazione navale, fu realizzata sotto la direzione dell'architetto Collecini a tempo di record nel 1769. Circa 3000 uomini (fra cui forzati e schiavi) lavorarono ininterrottamente allo scavo dei 270x105 metri, che fu realizzato in soli 75 giorni! In effetti, degli attuali 3,5 metri di profondità della Peschiera bastò scavarne all'incirca la metà, in quanto il terreno estratto fu disposto tutt'intorno per rialzare il livello del piano e creare così la cascatel la verso la Castelluccia. Un paradiso di tranquillità immerso in un mare verde di Lecci, Allori, Tigli e Carpini. Al suo centro la Pagliara , un'isola incantata, di cui parleremo separatamente, che stimola la fantasia dei tanti Runners che utilizzano la Peschiera Grande (circa 700 metri di perimetro) come un'autentico circuito da corsa! 😉 CURIOSITÀ La Peschiera Grande è occasionalmente oggetto di piccole regate velistiche e competizioni a