La PASQUA di RE FERDINANDO (%)


Esisteva a Caserta la tradizione, a Pasquetta, di aprire le cancellate della Reggia alla popolazione al fine di consentire l'utilizzo del suo magnifico Parco per il pic-nic di rito in questo santo giorno.
Una tradizione, più recentemente convertita in "apertura museale", che la tradizione orale farebbe risalire agli stessi Borbone.


Non si può dire cosa ci sia di vero in questa leggenda, ma è certo che nella Pasqua del 1760 (anno coincidente con l'inizio di abitazione della Reggia di Caserta) qualcosa accadde, come testimoniato da una Gazzetta del '700, anche se non a Caserta bensì alla Cappella Reale di Napoli, dove il piccolo Ferdinando, già Re ad appena 9 anni in seguito all'abdicazione a suo favore del padre salito al trono di Spagna, su probabile suggerimento del suo precettore il Principe Domenico Cattaneo, ospitò alla sua tavola 13 poveri per offrire loro una sontuosa cena e quindi sottoporli al rito della "lavanda dei piedi".
Un rito generalmente operato dai sacerdoti, ma consentito anche ai Re, sebbene l'ultimo caso risalisse al 1496.


Potrebbe essere stata questa la scintilla iniziale che, unita al noto "dispotismo illuminato" di Re Ferdinando IV e ai suoi ideali di uguaglianza sociale, sfociati nello "Statuto di San Leucio" del 1789 (ma già realizzati nella Real Colonia di San Leucio dal 1750), avrebbe dato origine a questa leggenda.
O forse, ma non ci è dato saperlo, è possibile che una simile concessione in questo giorno fosse riservata proprio agli abitanti della Real Colonia a lui tanto cara, dotata peraltro di un accesso estremamente diretto alla sommità del Parco.


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