La FATICA (€)


Anche se la Fatica, alla fine, si riduce sempre ad una percezione mentale, si può distinguere fra una Fatica Mentale vera e propria, legata allo stato psicologico e alla volontà del soggetto, ed una Fatica Fisica, legata invece all'utilizzo della struttura muscolare.

Esistono poi svariati tipi di Fatica Fisica, le cui cause vanno dalla sopportazione del dolore (derivante da microtraumi causati da sforzi non commisurati all'allenamento) al calo di glicogeno, all'aumento di lattato, alla carenza di liquidi.
Il risultato, comunque, alla fine è sempre quello ...un pesantissimo senso di spossatezza!

Purtroppo non esiste allenamento valido senza Fatica e bisogna quindi imparare a metterla in conto.
Ma la Fatica può essere un avversario molto più pericoloso del previsto. Può compromettere, infatti, la volontà di compiere a fondo il movimento, portando a limitare il sostegno e la spinta muscolare per gravare quindi maggiormente su ossatura, cartilagini e legamenti.
Altera inoltre il senso della propriocezione e la reattività, scoordinando il passo e causando dannosi sovraccarichi ...per non parlare dei passi falsi e delle cadute se correte su terreno sconnesso!

Pertanto, pur mettendola in conto, la Fatica deve essere sempre combattuta per mantenere impeccabile il livello della prestazione, così come un ballerino mantiene impeccabile il livello della sua danza.
A tal fine, ogni Atleta impara i suoi trucchetti mentali che vanno dalla distrazione dal senso di fatica a tutte le possibili leve motivazionali ...e ho detto proprio tutte!


Ma, anche nel fare questo, è necessaria molta razionalità e molto attenzione a non "strafare", mettendo a rischio cuore, muscoli e articolazioni. È necessario pianificare in maniera ragionata l'allenamento e stare molto attenti ad ascoltare i segnali del corpo (che non dovrebbero proprio intervenire), come eccessiva accelerazione cardiaca, annebbiamenti di vista, indolenzimento al braccio sinistro o particolari dolori articolari, tendinei o muscolari.

Inoltre, pur non essendo la Fatica legata in maniera diretta alla frequenza cardiaca, è però un fatto che in condizioni di sforzo questa tende ad aumentare (o per aumentare l'ossigenazione dei muscoli nel caso di uno sforzo breve ma intenso o per compensare l'impoverimento del sangue nel caso di uno sforzo lieve ma prolungato), quindi la si può approssimativamente assumere cone indicatore di Fatica associata ad un dato lavoro, in modo da ricercare la condizione di "massimo lavoro con il minimo sforzo" (inteso come Fatica).

Condizioni di surriscaldamento (per calore o umidità, dovuta ad esempio a giacche non traspiranti) tendono, infatti, a provocare un aumento della frequenza cardiaca e del senso di Fatica, senza rilevanti aumenti del lavoro muscolare complessivo, risultando pertanto sconvenienti sia per un buon allenamento fisico sia per un buon consumo di grassi.

E ora ...tutti a correre! 😉



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