RICCIO (#)


Avvistarlo non è facile, dato che si tratta di un mammifero con abitudini prettamente notturne, che siamo purtroppo soliti vedere di giorno solo come vittima di incidenti stradali notturni.
E, in tanti anni, a me è capitato di incontrarlo nel Parco una sola volta (leggi AVVISTATO!), presso la Castelluccia.

Nonstante le sue scarse apparizioni, è comunque molto più presente di quanto non si creda e, oltre che nel nostro Parco (dove era presente già prima della costruzione della Reggia e, soprattutto nel Bosco Vecchio, rimasto immutato, ha continuato a trovare condizioni ambientali ideali), è diffuso in tutta la nostra perferia urbana, nelle nostre campagne e nell'adiacente Oasi WWF di San Silvestro.



In effetti, il Riccio è presente in gran parte dell'Europa fino alla Siberia ed anche in Nuova Zelanda, dove è stato introdotto accidentalmente.
Ed è un animale antichissimo, con una morfologia vicina a quella dei primi mammiferi comparsi nel Cretaceo, rispetto ai quali ha sostanzialmente sviluppato solo quel rivestimento pungente che lo rende a noi tanto familiare e che può contenere fino a 6000 aculei!

Può raggiungere quasi i 30 cm di lunghezza e possiede un olfatto e un udito sviluppatissmi. La vista, per contro, non è delle migliori, ma vede cmq bene fino a 30 metri di giorno e 12 metri di notte.

Contrariamente alle apparenze, il Riccio sa essere un ottimo nuotatore ed anche un buon corridore, raggiungendo i 9 km/h ...ovvero 2,5 m/s!
Ed è anche un instancabile camminatore; se di giorno dorme nella sua tana scavata nella terra, di notte il Riccio si avvia infatti per escursioni che possono raggiungere i 3 km, muovendosi su territori di caccia che possono andare dai 30 ai 100 ettari.

Le sue abitudini notturne sono in effetti legate fondamentalmente alla caccia. Si tratta infatti di un predatore (vegetariano solo per necessità) che si nutre di invertebrati, rettili, anfibi, piccoli mammiferi (spietato cacciatore di topi!) e serpenti (vipere incluse!). Lo spessore dei suoi aculei lo protegge infatti dall'affondo dei morsi velenosi.
Ma il suo rivestimento di aculei ha anche una importante funzione ammortizzante, consentendogli di uscire illeso da cadute altrimenti pericolose.

Sembrerebbe quindi trattarsi di una "macchina da guerra" praticamernte invulnerabile ...se non fosse che la sua tecnica di difesa a nulla vale contro le nostre automobili, che rappresentano di fatto il suo principale nemico, causando la morte di circa 3.000.000 di Ricci ogni anno.
Ma un altro nemico è anche la furba Volpe, in grado con la sua urina di costringerlo a schiudersi.



La mamma si prende cura per diversi mesi dei suoi 2-6 cuccioli, che sono carinissimi!


E, con l'arrivo dell'inverno, il Riccio va infine in letargo, imbottendo ben bene la sua tana di muschio e foglie secche e immergendosi in un sonno profondo per tornare quindi alla vita con i primi fiori della Primavera.




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