La 1^ Mongolfiera del Regno... (#)
Sebbene i piccoli Palloni di carta volanti ad aria calda fossero conosciuti in Cina fin dall'antichità (intorno al 200 d.C., Zhuge Liang del Regno di Shu Han faceva uso di Lanterne Kongming per segnalazioni militari), il 1° volo documentato in Europa di un Pallone ad aria calda, senza persone a bordo, avvenne solo nel 1709 a Lisbona, in Portogallo, ad opera del presbitero Bartolomeu de Gusmão, ma dovette passare quasi un secolo prima che uno di questi Palloni fosse in grado di portare persone nell'aria.
Il 1° volo accertato, infatti, sebbene ancora "vincolato" al suolo, di un Pallone capace di portare persone (a bordo vi erano lo scienziato Jean-François Pilâtre de Rozier, Jean-Baptiste Réveillon e Giroud de Villette), avvenne il 19 Ottobre 1783 a Parigi, in Francia, ad opera dei fratelli da Joseph-Michel e Jacques-Étienne Montgolfier (da cui il nome Mongolfiera), che lo realizzarono ad Annonay, utilizzando proprio aria calda come mezzo per il sollevamento.
Il 1° volo "libero", invece, avvenne circa 1 mese dopo, il 21 Novembre 1783.
In quella che sarebbe divenuta la futura Italia, il 1° a compiere un volo aerostatico fu il Conte milanese Paolo Andreani, che commissionò la costruzione di una Mongolfiera agli architetti Gerli e si alzò in volo nel giardino della sua villa di campagna a Moncucco di Brugherio, il 13 Marzo 1784.
Subito dopo, fu la volta di Vincenzo Lunardi, lucchese di nascita, Ufficiale del Genio nell'esercito del Regno di Napoli e Segretatrio dell'Ambasciatore del Reame di Napoli in Inghilterra, il quale però (grazie anche alla conoscenza maturata a Londra con il napoletano Vincenzo Cavallo, docente alla Royal Society e chimico di fama internazionale) si spinse a progettare un pallone a Idrogeno, capace di un migliore controllo ascensionale e di una più grande autonomia, levandosi in volo alla presenza della Corte Inglese nei cieli di Chelsea (Londra), in Inghilterra, con un Pallone di circa 10 metri di diametro (provvisto anche di 2 leggere pale per la regolazione dell'ascesa, che si rivelarono però inutili) il 15 Settembre 1784 per atterrare poi, dopo ben 2 ore e 15 minuti, a Ware, nell'Hertfordshire.
È in questo contesto, di grande fervore e di spirito di avventura per la conquista dell'ultimo inviolato elemento, che bisogna collocare l'interesse con cui Re Ferdinando IV di Borbone, da sempre amante della Scienza e della Tecnologia, seguiva i nuovi passi dell'Uomo nella storia dell'Aeronautica.
Così, quando Lunardi, Ufficiale del Regno di Napoli in Inghilterra, trionfò nella sua impresa, il passo da lì alla Corte dei Borbone fu assai breve.
Re Ferdinando volle a tutti i costi vedere questa nuova meraviglia levarsi in aria davanti ai suoi occhi e commissionò quindi a Lunardi la realizzazione di un nuovo Pallone, concedendogli tutto il necessario per la sua realizzazione.
Il gran giorno arrivò il 13 Settembre 1789, 5 anni dopo la storica impresa di Lunardi a Londra, in una giornata che possiamo immaginare come una di quelle tipiche giornate solari settembrine, luminose e terse, al cospetto di Re Ferdinando IV, della Regina Maria Carolina d'Asburgo e dell'intera Corte Reale.
L'Aerostato a Idrogeno di Lunardi, denominato Lunardiera, si levò in volo da Napoli rimanendo in aria per 1 ora e 15 minuti, alzandosi fino a ben 6000 metri di quota, per sorvolare poi i cieli di Caserta e atterrare nella vicina Capodrise, ripartendo infine alla volta di Palermo (qui sotto la locandina dell'evento).
Un successo enorme durante il quale Lunardi tracciò anche alcuni appunti (di fatto, una accurata relazione raccolta in una lettera ad un suo amico) che costituirono il 1° diario di volo della storia.
Era già passata l'ora da me stabilita per
la partenza, ed il globo non era ripieno la metà.
La compiacenza che questi amabilissimi
Sovrani dimostravano in osservare la manovra da' balconi del regio palazzo, era
l'unico conforto alla mia penosa situazione, che andava crescendo a misura che
passava il tempo.
Un'ora dopo quella da me destinata,
trovato che il globo potea portarmi in aria con tutto il bisognevole, andai
immediatamente a prendere licenza dalle Maestà loro.
A 45 minuti pomeridiani entrai nel mio
carro con un peso di circa 70 libbre in sacchetti d'arena, ancore, corde,
provvisioni ecc. ecc.
Richiesi le due gran bandiere l'inglese e
la napoletana per spiegarle ad una certa elevazione, ma avendomele malamente
situate, caddero immediatamente, appena cominciai ad innalzarmi... Siccome
ascendevo con rapidità, presto mi posi il cappello, seguitando i saluti con la
piccola bandiera di Sua Maestà... Non era levato appena mille piedi quando
restai incantato in osservare la scena, che si presentava sotto di me del tutto
nuova, da quante avevo vedute in altre capitali della Gran Bretagna e della
Scozia.
Sembravami Napoli composto di tante
piccole piazzette, tutte ricoperte d'anime viventi. Erano queste i lastrici, o
siano terrazzi, su de' quali erano saliti gli abitanti delle rispettive case.
Nell'innalzarmi maggiormente, principiando
a perdere di vista gli individui, queste piazzette sembravami tanti giardinetti
sparsi di fiori verdi e rossi, c'erano i diversi ombrelli con i quali si
riparavano dal sole.
Mi distolsi poi da sì incantevole scena,
osservando che il globo prendeva la via del mare.
Allora fu che vuotai il primo sacchetto di
libbre 8 d'arena, lo che mi fece salire con maggiore rapidità... A 16 minuti
dopo l'una il barometro, che nel partirmi era all'elevazione di pollici 27, e
linee 9, lo vidi disceso che marcava pollici 11 e linee 8.
Quindi la differenza, che è di linee 142,
calcolata secondo il metodo di Cassino, corrisponde a circa miglia tre e mezzo
di elevazione.
Ed in seguito osservai il termometro, e
vidi che marcava 34° di Farheneit, corrispondendo a 1° di Reaumur, cioè linea
una prima di arrivare alla congelazione... Principiai ad avere freddo, e bisogno
di confortarmi lo stomaco.
Aprii un canestrino delle provvisioni,
mandatomi dalla mia rispettabile amica la signora Morichelli; e non potete
credere, caro amico, quanto ebbi motivo di ringraziarla, allorché ritrovai in
esso tutto ciò che potea mai bramare per un'aerea refezione... Entrai in una
piccola nuvola, e nel passarla vidi flottare al quanta neve attorno al globo...
A 22 minuti dopo l'una da quell'altezza potei discerner benissimo la celebre
fabbrica del regio palazzo di Caserta...
All'una e mezzo in punto sentii uno
strappo nel globo, e mi comparve in un istante un'apertura di circa tre canne
di lunghezza... il globo incominciò a discendere, e avendo supposto che ci
fosse stato alcuno che mi osservasse con telescopio, mi posi di nuovo in piedi
sul carro giuocando la bandiera; poi vuotato il rimanente di una bottiglia di
vino entro un bicchiere, gli feci un brindisi...Quaranta minuti dopo l'una
entrai dentro densissime nubi che mi tolsero la vista di tutto. Il passaggio di
queste durò un minuto, ed appena ritornato alla luce, tutti gli oggetti in
terra principiarono a rendersi visibili.
Saltai immediatamente sopra il sedile del
carro; e vedendo che molti da un paese popolato in truppa correvano ad
incontrarmi, gli diedi la voce con la tromba... Gettai la bandiera, che aveva
il manico di canna, e cadde molto prima del globo. Questa cosa m'assicurò che
non potea farmi danno nello scendere.
Appena le ancore toccarono terra, io
gettai tutte le sacchette d'arena in un colpo, e le corde dell'ancore si
attraversarono ad un frondoso pioppo, su del quale io rimasi col mio carro.
Il globo così senz'aria, parte ricoprì
l'albero, parte la terra.
Quella storica impresa viene oggi commemorata quasi annualmente nel Parco della nostra magnifica Reggia con l'ascensione di un coloratissimo Pallone Aerostatico, che anticipa il Raduno Internazionale di Fragneto Monforte (Benevento) e che, con un po' di fantasia, può farci immaginare la grande emozione di quei giorni.
Bellissimo evento
RispondiEliminaUn bellissimo evento di un incredibile Monumento, che merita di essere conosciuto molto di più...
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