Fontana di VENERE e ADONE (#)


Procedendo verso la maestosità della Cascata, cresce la vivacità delle Fontane, che per quella di Venere e Adone si manifesta in una scena di spruzzi d’acqua sgorgante e di Ninfe, Amorini, cani da caccia e colombi che orbitano tutti intorno ai due amanti, oggetto dell’imminente tragedia.

Un magnifico gruppo scultoreo in marmo di carrara, opera di Gaetano Salomone, in cui Venere, guidata dal suo intuito, cerca di dissuadere Adone dalla sua battuta di caccia, mentre questi, ignaro, si avvia al suo destino. Poco avanti Marte, trasformatosi secondo la leggenda in cinghiale e mosso dalla sua gelosia per Venere, ordisce la funesta trama contro i due amanti.
Un mito in cui la morte di Adone al culmine della sua bellezza richiama il ciclo della Natura, che esplode in Primavera per sfiorire rapidamente in Autunno.


Come ci tramanda Ovidio, dal sangue di Adone si originerà il bellissimo fiore rosso dell’Anemone, mentre secondo il poeta latino Ausonio e lo scrittore del Regno di Napoli Giambattista Marino l’amore fra i due giovani, nato a seguito della ferita riportata da Venere per le spine di una rosa, renderà la stessa rosa, divenuta da allora per sempre "purpurea", il fiore più caro alla Dea.

Un mito così passionale e appassionante da essere stato ripreso da William Shakespeare, ma anche da tantissimi pittori fra cui J.W.Waterhouse nel suo “Il risveglio di Adone”.


Un magnifico punto di rinfresco in cui immergere le braccia dopo la fatica della lunga salita. 😊


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