Albero della CANFORA (#)



L'Albero della Canfora (o Canforo) è un'altra delle piante di gran pregio del nostro Parco.
Si tratta di un albero dalle piccole foglie ovali verdi lucide con un tronco colonnare che si ramifica a formare larghe ed alte chiome, arrivando a raggiungere i 40-50 m di altezza.


Originario dell'Asia orientale, è molto diffuso in India, Cina e Giappone, dove viene addirittura considerato un albero sacro, tant'è che in Giappone, secondo la tradizione scionista, gli esemplari posti vicino a luoghi di culto vengono cinti con corde o strisce di carta e, ad Osaka, il progetto della nuova stazione Kayashima è stato ingrandito per inglobare un antico esemplare di 700 anni.



Si tratta infatti di un albero assai longevo che può diventare millenario, come quello presente proprio in Giappone presso il santuario Kamo Hachiman, nel distretto di Kagoshima, che vanta 1200 anni!


In Europa il primo esemplare fù introdotto ad Amsterdam nel 1688, mentre in Italia i primi esemplari furono introdotti proprio nella Reggia di Caserta intorno al 1782.
Fra gli esemplari "monumentali" italiani si ricordano quello di Villa Borromeo sull'Isola Bella, piantato nel 1820 e avente una circonferenza del tronco di quasi 6 m, quello di Capodimonte a Napoli, con una circonferenza di quasi 7 metri, ed infine l'esemplare presente nel "Giardino Segreto" della Regina Maria Amalia di Sassonia, consorte del Re Carlo di Borbone, presso la Reggia di Portici.


In Primavera produce dei piccoli fiori bianchi privi di corolla dai quali si originano tante piccole bacche nere.
Spezzando le sue foglie, si percepisce già quel caratteristico odore di canfora il cui nome ci è probabilmente più familiare della pianta stessa.

In effetti, tutta la pianta è ricca di oli essenziali che in passato venivano estratti triturando foglie, tronco e radici per sottoporli a distillazione in corrente di vapore (processo poi soppiantato con l'introduzione della canfora sintetica).


La canfora greggia che così si ottiene si presenta in forma di cristalli bianchi, poco solubili in acqua ma molto solubili in alcool (come anche cloroformio ed etere), dalla cui ulteriore distillazione si ricava poi l'olio di canfora (bianco, bruno o blu).


Ed i suoi usi sono innumerevoli, a partire dal suo potente effetto anti-tarme che, come potete immaginare, all'epoca era estremamente sentito.

Dal punto di vista fisioterapico, la Canfora è utilizzata per uso sia interno (per ingestione) che esterno (mediante massaggi).
Nel primo caso (comunque sconsigliato per la lieve tossicità del prodotto), la canfora presenta notevoli proprietà espettoranti e spasmolitiche per vasodilatazione di coronarie e polmoni (se siete rimasti senza fiato, potete spezzare una fogliolina e dargli una bella sniffata!)
Nel secondo caso, è utile contro dolori muscolari e reumatici, generando una sensazione di freddo combinata ad un certo effetto analgesico.
Il suo uso in passato era talmente diffuso nel mondo sportivo da essere diventato un odore caratteristico di tutti gli spogliatoi.

Ma la canfora, almeno in Oriente, è molto diffusa anche in ambito religioso come simbolo di purezza. Nella Religione Induista, infatti, rientra in forma di incenso nel momento culminante dell'Arati, una cerimonia che celebra Divinità, ma anche la prima visita dello sposo alla sposa, il loro ingresso nella nuova casa o la nascita di un figlio.



CURIOSITA'
Proprio dalla Canfora fù sintetizzata per la prima volta nel 1869 dal chimico J.W.Hyatt la celluloide, proposta ad un concorso dell'epoca come materiale alternativo all'avorio per la produzione di palle da biliardo!
Il materiale risultò ottimo, ma purtroppo instabile, infiammabile e tossico alla combustione.


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