GREEN DESIGN (€)
Un termine che va molto di moda al giorno d'oggi e nel quale, ancora una volta, Vanvitelli è stato grande Maestro.
Non tanto per il progetto di dettaglio delle singole aiuole quanto per il progetto generale del "verde", mirato anche in questo caso ad un grandioso effetto scenico.
Il Parco, pur essendo tutt'altro che piccolo (misura cmq 120 ettari), è composto da una parte pressoché quadrata adiacente al Palazzo larga però meno di 1km quadrato (circa 5 minuti di corsa per lato, tanto per intenderci), dalla quale si inerpica un "budello" lungo all'incirca altri 2km ma largo appena 100 metri. Lo stesso Giardino Inglese è lungo circa 1km, ma la sua larghezza è di appena 300 metri.
Eppure, percorrendo il Parco in lungo e in largo, non si riesce ad avere alcuna percezione dei suoi confini.
Vanvitelli gioca col "vedo - non vedo", usa "mura verdi" (sapientemente composte dal figlio Carlo mediante piante ad alto e medio fusto unite ad arbusti da sottobosco) che lasciano spazio all'immaginazione, guidando lo sguardo a perdersi verso le sue diagonali maggiori ed i suoi grandi spazi aperti.
Anche il viale centrale del Parco, sebbene stretto da argini verdi, cattura lo sguardo verso la sua dimensione maggiore con magnifici giochi d'acqua, sovrastati dallo spettacolo imponente dei monti retrostanti.
Nel Giardino Inglese (merito però del figlio Carlo, perfettamente allineato alle idee del padre), colline artificiali e boscaglie riescono a creare una quantità di ambienti tutti apparentemente sconfinati, ma incastonati invece gli uni in mezzo agli altri.
E in tutto il Parco la continua varietà di ambientazioni che vanno dai boschi, alle pinete, alle praterie, ai laghi, ai fiumi, alle cascate e cascatelle, alle imponenti fontane, ai laghetti incantati, gioca come i fotogrammi di una pellicola animati del passo del visitatore e ravvivati ancor più dalla vivacità delle sue acque.
Insomma ...una grande REGIA!
Il Parco, pur essendo tutt'altro che piccolo (misura cmq 120 ettari), è composto da una parte pressoché quadrata adiacente al Palazzo larga però meno di 1km quadrato (circa 5 minuti di corsa per lato, tanto per intenderci), dalla quale si inerpica un "budello" lungo all'incirca altri 2km ma largo appena 100 metri. Lo stesso Giardino Inglese è lungo circa 1km, ma la sua larghezza è di appena 300 metri.
Eppure, percorrendo il Parco in lungo e in largo, non si riesce ad avere alcuna percezione dei suoi confini.
Vanvitelli gioca col "vedo - non vedo", usa "mura verdi" (sapientemente composte dal figlio Carlo mediante piante ad alto e medio fusto unite ad arbusti da sottobosco) che lasciano spazio all'immaginazione, guidando lo sguardo a perdersi verso le sue diagonali maggiori ed i suoi grandi spazi aperti.
Anche il viale centrale del Parco, sebbene stretto da argini verdi, cattura lo sguardo verso la sua dimensione maggiore con magnifici giochi d'acqua, sovrastati dallo spettacolo imponente dei monti retrostanti.
Nel Giardino Inglese (merito però del figlio Carlo, perfettamente allineato alle idee del padre), colline artificiali e boscaglie riescono a creare una quantità di ambienti tutti apparentemente sconfinati, ma incastonati invece gli uni in mezzo agli altri.
E in tutto il Parco la continua varietà di ambientazioni che vanno dai boschi, alle pinete, alle praterie, ai laghi, ai fiumi, alle cascate e cascatelle, alle imponenti fontane, ai laghetti incantati, gioca come i fotogrammi di una pellicola animati del passo del visitatore e ravvivati ancor più dalla vivacità delle sue acque.
Insomma ...una grande REGIA!
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