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Visualizzazione dei post con l'etichetta REGGIA CASERTA PARCO

Il BOSCO VECCHIO ...un luogo incantato (#)

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Il  Bosco Vecchio  rappresenta di certo la parte più antica del Parco della Reggia e, soprattutto, l'unica in cui il livello del terreno è rimasto quello originario, insieme a tutta la vegetazione che lo ricopre. Si tratta in effetti di un bosco appartenente in origine all'antica dimora degli  Acquaviva , il quale Vanvitelli ha voluto integrare immutato nel Parco della sua Reggia, riprendendo anche i resti della sua  Torre della Pernesta,  per trasformarli nell'attuale  Castelluccia ,  e preservandone anche tutte le antiche statue . Osservando i disegni originari del Parco, prodotti dallo stesso Vanvitelli, si nota come, per mantenere tale Bosco immutato con tutti i suoi vialetti, Vanvitelli lo abbia lasciato leggermente inclinato nel suo progetto rispetto alla direttrice principale della sua  Via d'Acqua , orientata esattamente secondo la direzione Nord-Sud e guida fondamentale per tutti gli altri viali del Parco. Riguardando oggi le immagini satellit

FONTANE IRREALIZZATE (€)

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È incredibile vedere quante altre fontane e giochi d'acqua avrebbero dovuto essere realizzate secondo il progetto originario di Vanvitelli. Fontane che, con il calato interesse seguito alla partenza di Carlo III, asceso al trono di Spagna, e con la morte di Vanvitelli, non videro mai la luce per mano del figlio Carlo, succedutogli nel completamento della realizzazione. Tutto l'attuale Parterre avrebbe di fatto dovuto ospitare ancora giochi d'acqua e zampilli in un  susseguirsi di aiuole fiorite, come uso nei grandi giardini europei.  Certo, queste grandi assenti sono un po' come le finiture di un edificio, che lo valorizzano del 90% sebbene ne valgano meno del 10% ...A ben guardare, la grande opera di Vanvitelli è tutta lì! 😊 SCOPRI altra ARCHITETTURA ! )

TEMPIETTO CIRCOLARE (€)

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Una delle tappe del percorso iniziatico della Massoneria voluto dalla Regina Maria Carolina  all'interno del Giardino Inglese. Si tratta di un piccolo Tempietto pagano celato nel bosco del Labirinto , così detto per il suo progetto originario, anch'esso in linea con la concezione massonica della scoperta e della protezione del Sapere. Il suo interno è decorato alla sommità con riproduzioni di teschi animali, mentre al suo centro è posto un altare per i sacrifici propiziatori. Un luogo, quindi, destinato in origine ad un utilizzo ben poco allegro, ma  oggi invece particolarmente ameno e gradevole ...anche per il RUNNING! 😊 SCOPRI altra ARCHITETTURA !

FONTANA DI EOLO (€)

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La Fontana di Eolo è uno dei grandi complessi architettonici disegnati da Vanvitelli per la sua "Via d'Acqua". Pur essendo incompiuta (del  progetto completo esiste solo un modello in legno dello stesso Vanvitelli), l'opera, realizzata da Gaetano Salomone e altri, è già di per sè magnifica. Adornata da quasi 30 statue (circa la metà di quelle progettate), prevedeva in origine 2 grossi gruppi scultorei centrali rappresentanti un carro trainato da pavoni su cui Eolo, incitato da Giunone, scatenava la furia dei venti contro Enea e i Troiani (di Giunone e dei Pavoni esistono oggi statue non installate e collocate presso gli uffici della Soprintendenza). La grande vasca doveva rappresentare il mare delle Eolie con i tre promontori siciliani del Peloro, Pachino e Lilibeo, di cui solo 2 sono stati realizzati. Per rendere il senso del vento, motivo centrale di quest'opera, Vanvitelli aveva ideato per tutte le statue un tripudio di getti e zampilli, garantiti d

CAPPELLA DEGLI SCHIAVI (€)

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Potrà esservi capitato, durante il vostro running nel Bosco Vecchio, di costeggiare le mura di questo edificio, chiedendovi di cosa mai si trattasse. Dovete sapere che, per affrontare l'imponente lavoro di realizzazione della Reggia di Caserta e del suo Parco, oltre ad un numero elvatissimo di operai specializzati, fu necessario l'utilizzo anche di un buon numero di schiavi, generalmente Pirati Musulmani catturati lungo le coste della Turchia. Per rendere meglio controllabile il loro operato, a questi schiavi veniva offerta la possibilità di convertirsi al Cristianesimo in cambio di diverse agevolazioni. Una di queste era la possibilità di alloggiare all'interno di un edificio appositamente costruito, nominato appunto "Cappella degli Schiavi Battezzati" e situato nel Bosco Vecchio fra la Castelluccia e la Peschiera Grande. Questo edificio è stato in seguito utilizzato anche come alloggio per i Liparoti, marinai di Lipari ingaggiati per la manute

FONTANA DEI DELFINI (€) )

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L'imponente Fontana dei Delfini, la prima delle maestose fontane che si incontrano risalendo la lunga  Via d'Acqua , prende il suo nome dalla fantasiosa rappresentazione dei 3 delfini alla sua testa, affacciati su di una vasca di circa mezzo chilometro, che ha ospitato anche gare di canottaggio .  Ricordo ancora quella volta che, correndo, sentii la cocchiera illustrarla ai turisti: " E questa è la Fontana dei Delfini... ...i delfini nun c' stann' cchiù, ma 'a funtana sta ancora lla... " 😉 Questa magnifica opera, realizzata da Gaetano Salomone fra il 1776 ed il 1779 su disegni di Luigi Vanvitelli rivisitati dal figlio Carlo, crea un magnifico scenario architettonico-naturalistico, incorniciato dai lecci che costeggiano il lungo viale, con scogli artificiali su cui si infrange l'acqua emessa dalla bocche dei Delfini ed una grotta posteriore che consente di sostare al fresco dietro lo scroscio dell'acqua. Pensate che, al s

Il TRAFORO di GARZANO (#)

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I Ponti della Valle sono certo l'opera più mirabile dell'intero Acquedotto Carolino ma, giunti al completamento di quell'opera, le fatiche di Vanvitelli erano solo agli inizi. I Ponti della Valle conducevano infatti giusto di fronte al Monte Garzano , la cui durissima consistenza rocciosa lasciò per lungo tempo l'Architetto indeciso fra procedere con un traforo o aggirare l'ostacolo con un allungamento del percorso di almeno 7 miglia. Ma i lavori per la realizzazione dell'Acquedotto erano già lunghissimi ed il tempo per Vanvitelli era tiranno, cosicché egli si risolse per dare il via ad uno scavo lungo più di mezzo miglio per il quale furono impiegate 2 squadre contemporanee alle 2 estremità del monte. [...] ho ritrovato che le Compagnie di Minatori hanno fatto palmi 150 e la Compagnia delli Muratori e contadini palmi 321. In tutto palmi 471. Vi è una emulazione grandissima fra l'uno e gli altri, ma questo giova molto all'avanza

SERRA BORBONICA (€)

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Realizzata in stile neoclassico e intervallata da colonne doriche con ampie vetrate su facciata e tetto sorrette da una struttura in ferro, è situata in un incantevole angolo del Giardino Inglese, realizzato a partire dal 1785. Contiene due magnifici esemplari di alb eri dal tronco spinoso con stupendi fiori e frutti filamentosi. Credo si tratti della Ceiba Speciosa (anche se non sono riuscito a trovare una qualche indicazione scritta a conferma), originariamente nota come Chorisia Speciosa e introdotta dal Brasile per la prima volta verso la fine del XIX secolo all'Orto Botanico di Palermo. Meravigliosa pianta ornamentale e funzionale, dotata di un legno tenero da usare al posto del sughero o per botti leggere, con frutti commestibili allo stadio di seme (da cui si ricava anche un olio vegetale) e utili per imbottiture allo stadio maturo. Per quanto  queste piante siano  successive all'epoca Borbonica, l'esistenza di questa maestosa Serra e delle altre

Fontanina del Pastore Antico (#)

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Si trova nel Giardino Inglese e si tratta davvero di una minuscola Fontana, appena un accenno di stagno ben lontano dai fasti della Via d'Acqua che attraversa il Parco all'italiana. Posta subito ai margini del bosco che scende dal monte, è in termini di quota la seconda del Giardino Inglese dopo la fontanella dell'Aperia, piacevolmente ombreggiata ed affacciata all'altro boschetto che cela al suo interno il Criptoportico, con una magnifica visuale sul grande prato che scende a valle fino al Lago del Tempio. In effetti, questa piccola Fontana è anche un po' un "luccichino", un piccolo segnale che invita alla scoperta, che incuriosisce e che, con il suo piccolo ruscelletto, trascina il visitatore all'interno del boschetto sottostante, guidandolo fino al suo scroscio nell'inatteso Bagno di Venere, giusto accanto alla Dea, con una vista mozzafiato sull'intero Criptoportico. dal Pastore a Venere... Eppure, tutto questo non riesce a

CASTELLUCCIA ...prima della Reggia (€)

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Pur avendo assistito con la Reggia a tanti momenti storici importanti (fra cui la  resa delle Forze Tedesche nella 2^ Guerra Mondiale), la storia della Castelluccia ha radici ben più lontane. Ricordo ancora quella volta che sentii la cocchiera raccontare ai turisti in carrozza " Cchesta è cchiù vecchia 'ra Reggia ...cchesta ggiá steva ccà! ". Non so se indovinó per errore, ma di fatto è proprio così. La Castelluccia è stata realizzata per lo svago del piccolo Ferdinando IV da Francesco Collecini (intendente di Luigi Vanvitelli nella direzione dei cantieri reali e, successivamente, Architetto Regio quando i lavori della Reggia passarono a Carlo Vanvitelli) sui resti a pianta ottagonale di quella che era già nota come " Torre della Pernesta ", eretta nel '500 da Andrea Matteo Acquaviva IV. 2° Principe di Caserta, Marchese di Bellante e Signore di svariate terre del regno, Andrea Matteo aveva avuto un primo matrimonio con Isabella C

PARTERRE CENTRALE (#)

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Per questa zona del Parco, semplicemente individuata come Partèrre (dal Francese, letteralmente "per terra"), Vanvitelli aveva immaginato qualcosa di molto diverso e, anche se le sue idee sulla sistemazione di quest'area furono in continua evoluzione durante la realizzazione della Reggia rispetto ai primi disegni della Dichiarazione Ufficiale (sia per aggirare le varie problematiche e sfruttare al meglio le varie possibilità che si venivano delineando nell'avanzamento dei cantieri, sia per incontrare i gusti dei sovrani che maturavano col susseguirsi dei sopralluoghi), il pensiero base di Vanvitelli fù sempre quello di realizzare un raffinato giardino in stile europeo, ricco di aiuole e fontane che continuassero a mantenere l'Acqua come elemento centrale del Parco. E' interessante a tal proposito vedere la pianta di un giardino riportata ne La Theorie et la Pratique du jardinage di Antoine-Joseph Dézallier d'Argenville del 1739, a cui molto prob

TORRIONE e SCALINATA (#)

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Per seguire controcorrente il flusso delle "rapide" che alimentano la grande Cascata di Diana  fino alla "sorgente" posta sul Monte di Briano (dove l'acqua arriva in realtà dalle remote Sorgenti del Fizzo alle pendici del Taburno, dopo un attraversamento di quasi 40 km all'interno dell' Acquedotto Carolino ), Vanvitelli decise di realizzare, sui versanti orientale e occidentale della Cascata, 2 grandi Scalinate (oggi purtroppo quasi sempre interdette) che, con andamento a zig-zag, ne raggiungono la sommità formando ciascuna 3 grandi anse. All'inizio delle Scalinate, un piccolo rigagnolo viene spillato dal flusso delle rapide e fatto correre ai loro margini per consentire al visitatore di toccare il prezioso liquido, per poi reimmetterlo nella Vasca di Diana con scrosci laterali alla Cascata principale. Da qui le Scalinate si inerpicano per circa 80 metri di quota, allontanandosi dal flusso dell'acqua e ricongiungendosi a questo contin