PONTI DELLA VALLE (#)
I Ponti Della Valle, almeno dal punto di vista visivo, sono certo l'opera di maggior pregio dell'Acquedotto Carolino.
Un'opera maestosa voluta proprio allo scopo di celebrare l'Acquedotto stesso, per lo più nascosto nel sottosuolo ma sotto i costanti riflettori dell'Europa intera per tutti i suoi 16 anni di realizzazione.
Il superamento della Valle di Maddaloni, dal Monte di Longano a quello di Garzano, si presentava dunque come un'occasione imperdibile per realizzare qualcosa di magnificente.
E appunto magnificente fù ciò che Vanvitelli realizzò: un ponte di tufo (internamente una miscela di tufo e "sasso vivo" per conferirgli maggior resistenza) in perfetto stile Romano, con tre ordini di archi sovrapposti, per una lunghezza di 526 metri ed un altezza di circa 56 metri, ma solo "in piccolo tratto però" (quello centrale), come avrà a specificare lo stesso Architetto.
" [L'acqua] averà da passare una valle vicino Matalona, nella quale vi farà bisogno inalzare almeno 200 palmi di acquedotto, in piccolo tratto però, il quale dovrà essere come qui esprimo; figuratevi il ponte di Civita Castellana, due volte più lungo.
L’opera sarà Reale; vi farò gli ornati corispondenti alla grande in stile de Romani antichi, perché l’opera la comporta et è assai onorevole e cospicua per il Re e per me ancora"
"Sono stati già riempiti tre piloni et un altro è quasi alla metà, e tre altri presentemente si cavano; di quelli riempiti uno è andato profondo palmi 103, un altro 96, e due palmi 80 e più, e di mano in mano sono meno profondi almeno così si spera per esser più vicini alli Monti"
Addirittura, durante lo scavo delle fondazioni del pilone centrale, una volta giunti alla profondità prevista in corrispondenza di uno strato di tufo considerato solido, ci si accorse (come riporta il Cavalier Sancio, Amministratore dei Siti Reali) che
"il suolo percosso rendea un rimbombo, bastevole a far sospettare che sotto ancora vi si nascondesse del vuoto; fattosi perciò scavare lateralmente un pozzo, vi si trovò sotto 30 palmi di più una larga grotta in rovina, piena di quasi inceneriti cadaveri, laonde si profondò altri 40 palmi, finché lasciato lo strato del tufo, quello del sasso vivo si rinvenne, né si trascurò in appresso di provedere al vicino già fondato pilone"
Un lavoro condotto dunque con grandissima cura a cui il tempo ha dato ampia ragione e che, a più di 2 secoli di distanza, è ancora testimone della grandiosità dell'opera vanvitelliana, indenne dopo 3 violenti terremoti!
Un'opera, annoverata a pieno diritto fra i patrimoni dell'UNESCO, che non poteva mancare anche di adeguate targhe:
Verso l’Abruzzo:
QUA MAGNO REIPUBLICAE BONO
ANNO MDCCXXXIV
CAROLUS INFANS HISPANIARUM
IN EXPEDITIONEM NEAPOLI
TANAM PROFECTIS
TRANSDUXERAT VICTOREM EXERCITUM
MOX POTITUS REGNIS UTRIUSQUE SICILIAE
REBUS PUBLICIS ORDINATIS
NON HEIC FORNICES TROPAEIS ONUSTOS
SICUT DECUISSET EREXIT
SED PER QUOS AQUAM IU
LIAM CELEBRATISSIMAM
QUAM QUONDAM IN USUM COLO
NIAE CAPUAE
AUGUSTUS CAESAR DEDUXERAT
POSTEA DISIECTAM AC DISSIPATAM
IN DOMUS AUGUSTAE OBLECTAMENTUM
SUAEQUE CAMPANIAE COMMODUM
MOLIMINE INGENTI REDUCERET
ANNO MDCCLIV
SUB CURA LUDOVICI VANVITELLI
REG. PRIM. ARCH.
Verso Napoli:
CAROLO UTRIUSQUE SICILIAE REGE
PIO FELICE AUGUSTO
ET AMALIA REGINA
PARENTE SPEI MAXIMAE PRINCIPUM
AQUAE IULIAE REVOCANDAE OPUS
ANNO MDCCLIII INCOEPTUM
ANNO MDCCLVI CONSUMMATUM
A PONTE IPSO PER MILLIA PASSUUM XXVI
QUA RIVO SUBTERRANEO
INTERDUM ETIAM CUNICULIS
PER TRANSVERSAS E SOLIDO SA
XO RUPES ACTIS
QUA AMNE TRAIECTO
ET ARCUATIONE MULTIPLICI
SPECUBUS IN LONGITUDINEM TAN
TAM SUSPENSIS
AQUA IULIA ILLIMIS ET SALUBERRIMA
AD PRAETORIUM CASERTANUM PERDUCTA
PRINCIPUM ET POPULORUM DELI
CIIS SERVITURA
SUB CURA LUDOVICI VANVITELLI
REG. PRIM. ARCH.
CURIOSITÀ
Cercando ispirazione per la realizzazione del suo Ponte di derivazione Romana, Vanvitelli scrisse al fratello per recuperare i disegni del Pont Du Gard in Provenza, conservati da loro padre.
"Fra li disegni della buona memoria di Nostro Padre vi
deve essere una stampa di Perelle di una veduta del
Pont du Gard in Provenza, fatto per condotto d’acqua
in unione di due monti, come il caso qua porta, con la
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