L'Inaugurazione della Cascata (=)


Fu una giornata molto particolare quella del 17 Maggio 1762, giorno dell'inaugurazione della Cascata del Parco della Reggia di Caserta, culmine realizzativo dei quasi 10 anni di duri lavori che avevano portato al completamento del tracciato dell'Acquedotto Carolino (il cui completamento effettivo sarebbe però arrivato poi a ben 15 anni), dedicato alla "sua" Regina Maria Carolina.

Come ci riporta de Beauregard nel 1911, "Il 17 maggio del 1762, [...] si vissero a Caserta momenti di emozione. [...] All'ora indicata, tutta la corte si portò ai piedi della Cascata ancora asciutta [...] un enorme getto zampillò dall'acquedotto, sgorgando con un boato dai fianchi della collina e si riversò spumeggiante nei bacini. Esplose allora l'entusiasmo e si levarono le acclamazioni"

Ma furono anche momenti densi di tensione quelli che precedettero la grande esultazione per quella che è comunemente ricordata come "la mostra dell'acqua", in quanto questa impiegò non poco tempo ad arrivare dal Taburno a Caserta, anzi, ci mise ben 4 ore ...e i detrattori di Vanvitelli erano molti.
In pochi credevano, infatti, nella sua impresa e nella possibilità di scavare e scavalcare duri monti per quasi 40 km con gallerie e ponti per far giungere l'acqua al Parco della Reggia di Caserta, partendo dalle sorgenti del Fizzo, ai piedi del Taburno, con soli 0,5mm di pendenza per ogni metro di Acquedotto.

Ma con l'arrivo dell'acqua il disagio di Re Ferdinando IV ed il panico di Vanvitelli svanirono e l'evento divenne un grande successo che contribuì a rafforzare la posizione di Vanvitelli rispetto ai suoi tanti invidiosi avversari, oltre a valergli l'abbraccio pubblico del Re ed una ricompensa di 1000 ducati.

Un evento rallegrato dal dolce sole primaverile e caratterizzato da un'atmosfera festosa che Antonio Joli, artista Modenese approdato come paesaggista e scenografo teatrale alla Corte di Ferdinando IV dopo aver girato per Germania, Inghilterra e Spagna, immortalò magnificamente nella sua tela del 1762 dove, fra gli spettatori ansiosi in attesa dell'evento, si distingue chiaramente la carrozza reale che vi ha appena condotto i Sovrani e colpisce, peraltro, la sorprendente similitudine all'anticipazione fatta dallo stesso Vanvitelli al fratello Urbano:

[...] vi saranno tre scivoloni e tre gradini alti palmi 7;
li scivoloni saranno scabri con dei riporti di legname,
affinchè l'acqua saltelli e faccia spuma bianca
[...] la renderà vaghissima, e formerà un grande strepito per il rumore

Quel giorno, gli occhi di Vanvitelli vedevano già nitidamente ciò che sarebbe diventata...

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