SAMBUCO (%)

(contribution by Pio Forlani on 6.5.2019)


Si tratta di un genere di pianta che conta circa 12 specie presenti in forma di arbusti o piccoli alberelli e caratterizzate da rami con midollo molto grosso e leggero, adornate da piccoli fiorellini bianchi disposti a ombrello che danno origine a bacche nero-violacee (S. nigra) o rosse (S. racemosa).


Nel Parco della nostra Reggia, si trova abbondante nei dintorni della Peschiera Grande, ma in effetti si tratta di una pianta molto diffusa (e, spesso, sottovalutata) nel territorio Casertano, come ci racconta il nostro amico Pio Forlani.


"Troviamo il Sambuco, questa antichissima pianta europea dalle proprietà curative, lungo molte delle vie e delle cupe che attraversano i Colli Tifatini e, solo perché a me più familiari, i prati del Mezzano. Nessuna meraviglia, quindi, al cospetto del sambuco spontaneo del Feudo di San Martino che ci delizia ogni anno con la sua fioritura di piccolissime stelle che compongono macchie bianche a forma di ombrello.


Già nel 1773 Crescenzio Esperti, nel descrivere i giardini che concorrevano a rendere l’aria di Caserta salubre, segnalava, con le rose, i cedri e i cedrangoli, gli alberi suavi spiranti di sambuco.
Pianta semplice ma anche carica di significato esoterico se, come raccontano, di legno di sambuco era fatto il flauto magico della leggenda nordica, il Zauberflote dell’opera di Mozart.
Una Via del Sambuco è stata presente nel passato anche a Caserta.


Pianta snobbata dai Casertani e utilizzata dagli Svizzeri"


In effetti, il Sambuco è una pianta che si presta agli usi più svariati.
I suoi fiori sono utilizzati
  • per la loro azione diaforetica in erboristeria
  • per formulare preparati utili all'agricoltura biodinamica
  • per fare uno sciroppo base per bevande dissetanti usate nei paesi nordici
  • per ricavare un estratto utile alla produzione della sambuca
  • per essere consumati fritti
  • per ottenere il Pani cu Savucu (pane con il Sambuco) nel Palermitano
  • per produrre (grazie alla fermentazione dei funghi Saccharomyces presenti sui suoi fiori) lo spumante dei poveri


Le sue bacche (S. nigraS. racemosa) sono invece utilizzate
  • per preparare confetture (di cui non si deve abusare per le loro proprietà lassative)
  • per estrarne un succo violaceo impiegato come colorante per vini
  • per fungere da esca per la pesca dei cavedani
Ed il suo legno, infine, viene usato
  • per estrarne il midollo da utilizzare per includere e sezionare parti vegetali da osservare al microscopio
  • per costruire le palline formanti il pendolo di Canton
  • per costruire giochi popolari, come la cerbottana e lo scioparolo o schioccapalle, costituito da un ramo ripulito del midollo e combinato con un altro ramo scorrevole al suo interno
  • per ricavarne rudimentali flauti, come quello della leggenda

Anche in corsa, vi sarà impossibile non notarlo! 😉



ATTENZIONE
  • Tutte le parti della pianta sono tossiche per la presenza di cianuro e alcaloidi, ad eccezione dei fiori e delle bacche mature (ma non i semi al loro interno, sebbene la cottura o la macerazione assicurino la completa volatilizzazione dei composti tossici)
  • Non confondete le specie più comuni con il Sambucus Ebulus (più piccolo e caratterizzato da una fioritura più scarna), notevolmente più tossico

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