Il sorprendente CUCULO... (%)
Il suo nome onomatopeico riprende proprio il suo tipico canto cu-cù (non a caso il suo nome tecnico è Cuculus Canorus), che vi consentirà di riconoscerlo senza alcuna possibilità di errore.
Il suo aspetto è graziosissimo, con una meravigliosa tonalità azzurra (più tendente al rossiccio per la femmina) striata sul ventre ed una sagoma che spicca per la sua magnifica coda.
Ma, al di là del suo aspetto così carino, il Cuculo è quanto di peggio possa capitare ad un passeriforme, in quanto mamma e papà Cuculo, decisamente non brillanti nel loro ruolo di genitori, sono soliti depositare le loro uova, ben mimetizzate, una per ogni nido dei poveri malcapitati.
L'uovo infiltrato si schiuderà generalmente prima degli altri e il piccolo cuculo risponderà immediatamente all'impulso di liberare il nido da qualsiasi altra presenza (parassitismo di cova).
I poveri genitori rimarranno comunque ignari dell'accaduto e continueranno a considerare il loro "pulcino adottivo" come un vero figlio ...anche quando le sue dimensioni cominceranno a far nascere qualche dubbio!
Il suo canto, identificato da contadini e montanari con l'inizio della Primavera e quindi con una scansione del tempo, lo ha fatto diffondere come "suoneria" nel mondo degli orologi, dando origine al famoso Orologio a cu-cù, nato in Germania ma poi divenuto un prestigioso simbolo Svizzero.
E, di orologi a cu-cù, ne esistono anche di veramente grossi, come ad esempio quello di Canazei nella Val di Fassa.
O quello realizzato nel 1997 nella Foresta Nera, nella zona di Triberga, che con i suoi 150 kg rappresenta il più grande orologio a cu-cù del mondo.
In molti paesi del Nord Europa il 21 Aprile è il suo giorno (insieme a tutto il periodo che arriva fino a metà Maggio) e il suo canto è considerato di buono o cattivo auspicio a seconda che provenga da est o da ovest.
Secondo alcune tradizioni, il Cuculo è un uccello immortale, mentre in Giappone viene considerato "Messaggero della Notte" e in Siberia rappresenterebbe l'assistente dello Sciamano nel rito di resurrezione dei morti.
Il Cuculo è talmente diffuso nella cultura popolare che, oltre ad essere protagonista di diverse leggende e tradizioni, è entrato in diversi termini gergali come "cucco", per indicare una persona stupida (in riferimento alla permissività del maschio nei riguardi dell'infedeltà della compagna), o in espressioni come "vecchio come un cucco" (con riferimento alla sua ipotetica "immortalità", anche se tale espressione potrebbe in realtà avere a che fare con il cuco, giocattolo sonoro dell'antichità, o con Habacuc, uno dei 12 profeti di Israele) o nella semplice esclamazione "cu-cù" per annunciare la propria comparsa improvvisa, nonché in infiniti proverbi, fra cui, per citarne solo alcuni:
Quando canta il cucco, si dorme dappertutto
Canta il cucco sulla quercia nera, ricordati padrone che è primavera
Coch bel coch d'Abril, quant'ho-ja da murì (Romagnolo)
"Bel cuculo d'Aprile, quanto tempo avrò prima di morire?"
E, anche nella cultura canora, vale la pena ricordare "Il cucù" di Orietta Berti:
"...cu-cù, cu-cù, l'Aprile non c'è più
è ritornato maggio al canto del cu-cù"
Ma, sempre restando in ambito musicale, il Cuculo viene richiamato anche in diverse Opere, fra cui "Le quattro stagioni" di Vivaldi, che, alla battuta 31 dell'Estate, ha inserito la dicitura "IL CUCCO", facendogli corrispondere nel sonetto del concerto il verso "Scioglie il Cucco la Voce"
In ambito cinematografico, infine, il film "Qualcuno volò sul nido del cuculo" (denuncia dei metodi disumani utilizzati negli ospedali psichiatrici) è uno dei soli 3 film della storia del Cinema ad aver vinto tutti i 5 principali premi Oscar!
Aguzzate le orecchie e ...BUON RUNNING! 😉
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