La FORSESTA DI BAMBU'... (=)
Ebbene si, perché l'unico modo per riprodurre la sensazione che si può provare nell'attraversare una foresta di Bambù è ...ricreare una foresta di Bambù.
Ed esiste un luogo nel Parco della Reggia di Caserta dove questo è stato fatto, creando appunto una piccola foresta di Bambù, proprio accanto al Lago Del Tempio all'interno del Giardino Inglese.
Pur non essendo grandissima, il colpo d'occhio alla vista di questi altissimi fusti rettilinei e slanciati è assolutamente notevole e, portandocisi all'interno, è facile dimenticarne i confini e sentirsi per un istante trasportati nel lontano Oriente, come nella Foresta di Bambù di Arashiyama in Giappone.
La maggior parte delle specie di Bambù (le sue varietà sono circa 800!) sono infatti originarie dell'Asia ...ma anche America, Africa e Oceania.
In effetti, il Bambù è diffuso in un'ampia fascia distribuita in tutto il Mondo intorno all'equatore, fino ai 3000 metri di quota (Himalaya compreso).
Le Bambusinae, in particolare, a cui sembra appartenere la varietà presente nel nostro Parco, sono originarie prevalentemente dell'Est-Asiatico e della Cina.
Il Bambù, caratterizzato da un robustissimo fusto cavo suddiviso in sezioni trasversali, si diffonde attraverso rizomi nel terreno da cui spuntano nuove piante e si riproduce per semplice impollinazione, ma le sue fioriture possono essere molto caratteristiche.
Le specie del genere Bambusa bambos (sottotribù delle Bambusinae) fioriscono infatti dopo il 32° anno di età, quelle genere Dendrocalamus al 50° e altre al 65°!
Inoltre, alcune specie possono avere una fioritura sincronizzata a livello GLOBALE (una fioritura mondiale si è avuta nel 1932 da parte della specie Bambusa nigra o Phyllostachys nigra).
Si tratta di una pianta che nei millenni ha saputo mostrare all'uomo tutta la sua preziosità, guadagnandosi l'appellativo di "acciaio vegetale".
Marco Polo nel suo Milione ha riportato che in Cina già nel 200 d.C. questa pianta veniva utilizzata per realizzare corde impiegate nel traino in secca di navi e per la costruzione di ponti sospesi, il più longevo dei quali ha collegato per 1700 anni (fino al 2008!) le sponde del fiume Min.
Modellino di imbarcazione in Bambù
Ma il Bambù viene utilizzato anche per la realizzazione di:
- imbarcazioni
- tubature di irrigazione per i campi di riso, che nella provincia dello Sichuan arrivavano a ricoprire 5.300 km2
- tubazioni per la distribuzione di gas naturale dai giacimenti ai villaggi
- materiale da costruzione per case che hanno dimostrato grande resistenza alle sollecitazione sismiche
- armi e trappole (molto usate dai vietcong)
- giocattoli
- tessuti, stuoie e vele
- carta (da cottura e pressatura di una sua riduzione in poltiglia)
- filtri per aria e acqua
- canne da pesca (la Pseudosasa amabilis è utilizzata in particolare per la "pesca a mosca")
- strumenti musicali, fra cui flauti shakuachi o didgeridoo e archi giapponesi Kyudo
- telai per biciclette
User: Victorgrigas - Opera propria, CC BY-SA 3.0
Il Bambù è inoltre utilizzato in campo farmaceutico e alimentare.
In particolare, si mangiano i suoi germogli (ma in Thailandia anche l'intera pianta) che vengono consumati al naturale o utilizzati per la preparazione di piatti come i Wanton cinesi al vapore, mentre dalle sue foglie si ottengono bevande alcoliche e le canne (in Cina) sono utilizzate per la fermentazione del Vino di Bambù.
Il Bambù costituisce, da solo, il 99% della dieta alimentare del Panda Gigante, ma è molto apprezzato anche da altri animali, fra cui il Panda Rosso.
L'artista afghano Massoud Hassani ha utilizzato il Bambù per realizzare la sua opera Mine Kafon, esposta al MOMA di New York e ispirata ai piccoli oggetti che egli costruiva a Kabul da bambino talvolta trasportati dal vento sui campi minati.
La sua estrema longevità ne fà in Cina un simbolo di lunga vita e in India un simbolo di amicizia, mentre la sua rara fioritura sarebbe un segno di incombente carestia (leggenda attribuita al fatto che i suoi fiori, fornendo alimento ai topi, ne causerebbero la smisurata moltiplicazione, con conseguente distruzione dei raccolti).
Il Bambù entra anche nella Mitologia Asiatica e Oceanica. In Giappone il Bambù rappresenta una protezione contro il male e molti monasteri ne sono circondati, mentre nelle Filippine il mito della creazione vorrebbe il primo Uomo e la prima Donna liberati proprio da un suo germoglio.
Una favola Giapponese narra di due agricoltori che, avendo comprato dei semi di Bambù, sarebbero rimasti scontenti per la sua mancata germogliatura, ma il più tenace dei due, avendo continuato solerte le sue cure, dopo 7 anni avrebbe ottenuto la germogliatura e una crescita di 30 metri in sole 6 settimane, a rappresentare l'importanza del lungo lavoro di preparazione che nella vita precede i grandi risultati.
Allora prepariamoci con cura alla nostra corsa e, passando nei pressi del Laghetto, ...occhio al Bambù! 😉
Buon RUNNING.
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