BIBLIOTECA PALATINA - Patrimonio Librario (#)
La biblioteca Palatina, voluta dalla Regina Maria Carolina, moglie di Ferdinando IV, e posizionata sul lato orientale del palazzo, nell'appartamento "vecchio", fu realizzata in poco più di 3 anni alla fine del '700, ma la sua raccolta di libri si è invece sviluppata lentamente nel corso dei decenni, seguendo le vicissitudini storiche della Reggia.
L'Archivio Librario vero e proprio segue immediatamente alle 2 Sale di Lettura e si compone a sua volta di 3 Sale che meriterebbero da sole una visita dedicata di uno o più giorni. In esso sono infatti raccolti più di 14.000 volumi tra i più prestigiosi della cultura Europea (ed anche Napoletana) del XVIII e XIX secolo, i quali sono stati dettagliatamente catalogati ed ordinati nel corso dei secoli.
Si tratta di importanti opere di carattere religioso (come la collezione completa della Biblioteca Cattolica), di letteratura classica e moderna, di matematica, scienze e zoologia. Fra queste ultime, particolarmente interessanti quelle stampate dal Bodoni, ricche di accurate incisioni a colori.
Pubblicazioni dedicate al "Buon Governo" per preparare i giovani Principi al loro futuro ruolo, opere di Diritto ed Economia, come la collezione di Leggi del Regno Delle Due Sicilie,
ma anche volumi contenenti la Legislazione del neonato Regno d'Italia, a testimoniare l'attività della Biblioteca anche dopo l'Unità Nazionale.
Uno dei pezzi di maggior valore dell'Archivio è ovviamente rappresentato dalla Dichiarazione dei disegni del Real Palazzo di Caserta di Luigi Vanvitelli, con cui l'architetto presentava al Re Carlo il progetto della Reggia, ma che rappresentava anche uno strumento di propaganda verso le corti Europee per il nuovo ruolo che il Regno Borbonico si accingeva ad assumere (sedici tavole, comprendenti anche i Ponti della Valle già in costruzione)
E poi volumi di arte e di antichità, ad esempio su Ercolano e Pompei, che testimoniano l'interesse verso gli scavi e verso la riscoperta delle antichità classiche.
Molte acquisizioni furono volute espressamente da Carolina e da Gioacchino Murat, riconoscibili dalla presenza dei monogrammi "C" o "J" sormontati dalla corona di Napoli (come i libri pervenuti alla fine dell'Ottocento dalla Chiesa dei Padri Passionisti).
Svariata è la letteratura d'evasione della Regina Maria Carolina, fra cui libriccini stampati in Tedesco (che probabilmente riportavano Maria Carolina all'atmosfera della Corte Asburgica), in caratteri gotici, definiti da Benedetto Croce "libercoli senza valore", ma in realtà specchio dell'orientamento romantico dell'epoca.
E, fra le molte opere in Tedesco, si ritrova anche uno dei primi resoconti di viaggio che riferisce della Reggia di Caserta, il Reise durch Oestreich und Italien del Gerning del 1802, il quale descrive un Palazzo Reale dotato di "6000 stanze"!
E ancora libretti d'opera, di balli e di musica in genere delle rappresentazioni in voga nei teatri napoletani, finemente rilegate e ricche di fregi e decorazioni in oro, smalto, velluto e seta e persino il racconto del Torneo di Caserta nel Carnevale del 1846, contenente 72 tavole illustrate con magnifiche raffigurazioni dei costumi indossati dai nobili dell'epoca (in foto una tavola del Carnevale del 1854), segno di una tradizione molto sentita e ancora molto forte a Capua, nel territorio Casertano.
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