L'industriosa APE... (#)


L'Ape ...l'insetto sociale più straordinario e più studiato del Mondo Animale!

Non basterebbe una Enciclopedia per descriverla a fondo, ma è comunque doveroso accennare alcune delle sue caratteristiche principali.

Anzitutto l'unica Ape diffusa in Europa è l'Ape Mellifera o EuropeaDomestica, che è diffusa però anche in tutto il resto del Pianeta (originaria del Vecchio Mondo e introdotta in America e Australia), ad eccezione dei Poli.


Ma esistono anche altre specie di Api, sebbene meno diffuse, ed in particolare l'Ape Cerana, leggermente più piccola dell'Ape Mellifera e diffusa nel Medio ed Estremo Oriente (in particolare Afghanistan, Pakistan, India, Siberia, Cina e Giappone), e l'Ape Dorsata, leggermente più grande e per questo chiamata anche Ape Gigante, diffusa in India e nel Sud-Est Asiatico.

L'Ape Mellifera e l'Ape Cerana sono le uniche Specie allevate dall'Uomo, la prima caratterizzata da una abbondante produzione di Miele, la seconda da una produzione di Miele un po' inferiore ma da una particolare Cera utilizzata per l'Apiterapia.

Nel seguito ci concentreremo sull'Ape Mellifera, abituale frequentatrice del nostro Parco, fermo restando che quanto descriveremo vale in generale per tutte le Api, a meno di dimensioni e quantità.


L'Ape Mellifera è anzitutto una specie polimorfica, in quanto costituita da Caste ben definite all'interno dell'Alveare e differenti fra loro:

  • Regina -> unica femmina fertile
  • Operaie -> da 40.000 a 100.000 femmine non fertili 
  • Fuchi -> da 500 a 2000 maschi nei mesi della riproduzione



La Regina, la più grande fra tutti gli abitanti dell'Alveare e con un addome particolarmente sviluppato (dotata di una spermateca atta a contenere i semi maschili e di 150-180 Ovarioli contro i 2-12 delle Operaie), ha una vita di 4-5 anni ed ha il solo compito di accoppiarsi e deporre le uova ...da 100 a 3000 al giorno!
E, nel deporre le uova, essa ha la capacità di controllarne il processo di fecondazione per generare Fuchi maschi con uova non fecondate, oppure Operaie Regine femmine con uova fecondate.
Inoltre, la Regina è in grado di produrre feromoni che inducono o inibiscono lo sviluppo di particolari caratteri che determineranno la differenza morfo-fisiologica fra Regine e Operaie, le cui ulteriori differenze saranno indotte dall'alimentazione ricevuta allo stadio larvale, composta per le Regine unicamente da Pappa Reale.


Le Larve subiscono 5 mute di accrescimento per poi ritirarsi nella cella che sarà chiusa da un tappo di cera dove tesseranno un bozzolo per passare allo stadio di Pupa ed infine sfarfallare come Regine, dopo circa 2 settimane dalla schiusa delle uova.
E parliamo di Regine al plurale, perchè il Trono deve essere conquistato e l'unica Regina, in genere la prima a sfarfallare, sarà quella che uscirà vincitrice dal combattimento mortale con tutte le sue sorelle, eliminandole appena affacciate all'esterno della cella.


L'unico accoppiamento della sua vita avverrà nel corso di voli nuziali in cui essa selezionerà, fra la folla di pretendenti, circa 8 partner (ma talvolta molti di più) destinati a rapida fine, dato che i loro organi copulatori verranno strappati via nel rapporto per essere poi successivamente rimossi dalle Operaie.



Le Operaie, più piccole della Regina, hanno una vita ben più breve e solitamente pari a poco più di 1 mese (più lunga se nascono in autunno e devono svernare).
A differenza delle Regine, ricevono Pappa Reale allo stadio larvale per soli 2 giorni, per essere poi nutrite con semplice Miele e Polline per sfarfallare dopo 3 settimane dalla schiusa.
Il particolare trattamento alimentare, insieme ai feromoni della Regina, induce particolari caratteristiche nelle Operaie, quali un sistema cardiaco adatto ad un metabolismo inferiore, una proboscide più lunga per la raccolta del nettare, zampe idonee alla raccolta del polline, nonchè un pericoloso pungiglione dentato, il cui utilizzo costerà però loro la vita, strappandosi via con tutto il loro apparato interno.


Le Operaie ricoprono ruoli che variano sorprendentemente con l'età nel seguente ordine:
  1. pulizia e levigatura delle celle da cui nascono e restanti
  2. produzione di Pappa Reale e Miele e alimentazione delle Larve
  3. ventilazione e riscaldamento dell'Alveare
  4. produzione di Cera e costruzione dei Favi
  5. guardia esterna dell'Alveare
  6. bottinatrice per la raccolta di nettare, polline, propoli e acqua
  7. ripresa mansioni casalinghe
  8. abbandono della comunità per ritirarsi a morire senza contaminare l'Alveare
La capacità di percepire luce polarizzata consente loro di orientarsi col Sole anche in caso di nubi e hanno sviluppato un sofisticato tipo di "Danza" in grado di fornire informazioni estremamente precise su posizione e distanza della fonte di cibo fino ad un raggio di 3 km!!
Una distanza notevole, ma poca cosa se si pensa che ad ogni uscita una Operaia si posa su circa 100 fiori e che per produrre 1kg di miele deve coprire una distanza pari a 3 volte il diametro terrestre!



I Fuchi, un po' più grandi delle Operaie, sfarfallano in poco meno di 4 settimane e hanno solo il compito di fecondare le Regine, pertanto hanno una proboscide più corta e sono privi di aculeo, di apparato di raccolta polline, ghiandole ceripare, ecc.
Queste caratteristiche li rendono incapaci di succhiare nettare e raccolgiere polline o svlogere qualsiasi altra attività utile all'alveare e sono quindi dei perfetti mantenuti!
Il giorno dell'accoppiamento sarà il più felice ma anche il più triste della loro esistenza. Oltre al funesto destino dei "fortunati" 8 partner della Regina, al segnale di questa, finiti i voli nuziali, tutti gli altri, incapaci di alcuna difesa, subiranno l'attacco mortale delle Operaie e i pochi superstiti saranno destinati a morire di fame lontano da casa.


L'Alveare, avente in natura una vaga forma di goccia, è una autentica opera di Ingegneria, composto da Favi destinati all'immagazzinamento delle scorte (Miele, Propoli, Pappa Reale) e al nido delle Larve.


Ogni Favo è composto da un insieme di Celle fatte di Cera, aventi sezione esagonale e asse orizzontale, ed è distanziato dagli altri mediante un'opportuna intercapedine di passaggio per le attività lavorative e per la climatizzazione dell'Alveare, consentendo alle Operaie specializzate di concentrarsi per ventilare o riscaldare i suoi ambienti, mantenendo una temperatura costante di 35°C al centro e dando la massima priorità alla Regina e alle Larve.


Nell'Allevamento umano, la costruzione dei Favi viene guidata dall'Uomo in forme regolari tramite opportuni telai rettangolari estraibili da una "casetta" chiamata Arnia.




Quando la vecchia Regina termina la deposizione delle sue uova, in attesa dello sfarfallamento delle nuove Regine, le Operaie iniziano i preparativi per la Sciamatura, ovvero il "trasloco" ad una nuova casa.
Le Operaie nell'Alveare organizzano allora scorte di Miele e Propoli per circa 1 settimana, mentre le Bottinatrici rallentano la raccolta di cibo e iniziano l'esplorazione del territorio per l'individuazione di un nuovo sito.


Al segnale della vecchia Regina, tutta la colonia si mette in volo con le scorte, sostando in siti temporanei in cui le api si raccolgono formando con i loro corpi un grappolo denso e compatto che lascia solo una apertura di volo per le Esploratrici che, al rientro, comunicano con grande precisione ed emozione le loro scoperte, fino all'individuazione del sito definitivo dove inizierà la costruzione del nuovo Alveare.



Vita dura, insomma, quella delle Api!
Ancor più, a causa dei suoi antagonisti biologici (Insetti e Aracnidi), fra cui un particolare tipo di Acaro, il Varroa Destructor, per lei assolutamente micidiale.
Ma il peggiore antagonista dell'Ape è alla fine proprio colui che le offre casa, l'Uomo, un Lupo travestito da Agnello che, mentre offre un comodo riparo per la costruzione dei Favi in cambio di una quota (abbondante!) di Miele e Cera, avvelena il suo Mondo con pesticidi che risultano la causa principale della sua mortalità.
Recenti studi stanno infatti dimostrando che molti pesticidi dichiarati innocui, intaccano in realtà il sistema nervoso dell'Ape provocandone il disorientamento (fenomeno noto come CCD: Colony Collapse Disorder) e impedendone il ritorno a casa, costringendola così ad una morte di stenti.
A causa di tali motivi, la popolazione delle Api è oggi in forte calo nel Mondo, al punto da essere considerata una specie in pericolo di estinzione, celebrata anche con una Giornata Mondiale dell'Ape.
In Italia, la popolazione delle Api di allevamento è crollata del 50% e le api selvatiche sono oramai pressochè inesistenti.
Speriamo, quindi, che gli interventi di recupero siano rapidi e che portino a salvare questo meraviglioso insetto, fondamentale per l'impollinamento di quasi tutte le piante esistenti e, conseguentemente, per la preservazione della Vita stessa sul nostro Pianeta.


Inutile dire che il prodotto delle Api ha mille e più usi per l'uomo. Cera, Miele, Pappa Reale e Propoli, sono tutti prodotti profondamente diffusi nel nostro uso quotidiano.


In particolare, il Miele era l'unica fonte di zucchero conosciuta nell'antichità e, per tale motivo, era tenuto in grande considerazione, insieme alla sua produttrice.
Il rapporto fra l'Uomo e l'Ape risale in effetti alla preistoria, come testimoniato dalle pitture murali della Cueva De La Arana in Spagna, risalenti al periodo Magdaleniano (18.000-10.000 anni fà, verso la fine dell'ultima Glaciazione, prima del Paleolitico)!
Ma ne abbiamo traccia anche nell'Antico Testamento, nelle Georgiche di Virgilio (che le associa al tema della Bugonia, ovvero l'origine della vita in forma di Api dalle carcasse di Buoi - in genere - sacrificati), nei Fasti di Ovidio, nonchè negli scritti di Plinio il Vecchio e Cicerone.
L'Ape era considerata simbolo di coraggio e verginità, tant'è che, secondo Plutarco, le Api puntano i pungiglioni contro chi è schiavo dei piaceri del sesso.
Persino Dante Alighieri nel loda l'operato nel Paradiso (XXXI, 7-9) della sua Divina Commedia:

sì come schiera d'api s'infiora
una fiata e una si ritorna
là dove il suo laboro s'insapora

Una visione dell'anima-ape presente già presso gli antichi Egizi.
Un simbolo così forte da essere diffuso anche in Araldaica e utilizzato dalla Massoneria per indicare la laboriosità di tutti i Fratelli.

Stemma dei Barberini

E vogliamo dimenticare l'Ape Maia?



Ai tempi dei Borbone avremmo certo trovato il Parco e, soprattutto, il suo Giardino Inglese molto più trafficati da questo delizioso insetto, grazie al suo allevamento posto proprio nell'Aperia, come si intuisce chiaramente dal nome.
Oggi il suo avvistamento è decisamente più raro e, a maggior ragione, prezioso, ma fino a qualche anno fà conoscevo personalmente almeno un paio di punti in cui erano presenti favi naturali e confido che ve ne siano ancora in giro nel Parco.

Insomma, se correndo incrociate un' Ape ...niente paura, ma solo un lungo e grande inchino! 😊


CURIOSITÀ
Esperimenti di laboratorio hanno dimostrato che il miele di Corbezzolo inibisce le cellule tumorali del Colon.


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